Forlì colora di verde la terza casella consecutiva ed allunga la striscia vincente, continuando l’allontanamento dalle secche della bassa classifica e provando a volgere lo sguardo verso quelle posizioni che più si addicono alla caratura dei singoli componenti del roster.

A riguardo la trasferta di Torino ha dato risposte positive alle perplessità che coach Martino aveva sollevato sull’ipotesi che i suoi non potevano aver disimparato improvvisamente, e contemporaneamente, a giocare a livello del proprio standard. Quattro giocatori in doppia cifra ed un paio di contributi importanti da parte di altri due, con una buona alternanza delle varie fiammate e con i vari attori a darsi il cambio nei frangenti cruciali. Gaspardo ed Harper su tutti, ma anche Pepe ed Aradori chirurgici e micidiali in momenti topici del match, così come Allen in avvio di partita, poi calato, e Gazzotti che si fa notare per qualche buona conclusione ed un buon lavoro difensivo. L’Unieuro costruisce il colpaccio esterno nel 2° quarto scavando un solco di 15 punti, ma come spesso accade il rientro dallo spogliatoio dopo l’intervallo toglie il giusto abbrivio ed il tesoretto si assottiglia pericolosamente. L’attacco biancorosso partorisce 2 punticini in 5 minuti di gioco, Torino non fa un granché ma si fa sotto sino al -5, sfiorando più volte la possibilità di mettersi a ruota ad un solo possesso, anche con doppie e triple conclusioni in una singola azione. La linea rossa non viene però mai oltrepassata e non si capisce bene se grazie ad una difesa arcigna o un’ attacco, quello dei padroni di casa, che vanta le peggiori percentuali del campionato. Com’è, come non è, le squadre si freezzano sul 43-48 per oltre 3 minuti in una lunga surplace. È Forlì che alla fine rompe gli indugi e sul finire del terzo quarto lancia l’allungo che alla fine si rivelerà decisivo. Le note positive in entrambi gli strappi arrivano dall’arco dei 3 punti e da incursioni verso il ferro, probabilmente il menù che spesso verrà servito durante la stagione, anche se gli ingredienti principali ancora non appaiono ben definiti, ma si confida che chef Martino e la sua brigata siano sulla strada per trovare la giusta amalgama. Ad aiutarli c’è anche una classifica strana, senza padroni e senza apparenti agnelli sacrificali, in cui Forlì è in posizione equidistante tra paradiso ed inferno, per cui ottimismo nel guardare verso piani più nobili degli attuali, ma guardia sempre alta per evitare quei colpi da KO che ogni settimana volteggiano in questo indecifrabile inizio di stagione. Domenica arriva l’Urania Milano, ultima della classe che però tanto per non smentirci nell’ultimo turno ha messo sotto Verona, potenziale corazzata del campionato.
Foto di Massimo Nazzaro









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