Una serata da libro “Cuore” al Dino Manuzzi , illuminato da cori, bandiere e una squadra che continua a sognare in grande. Il Cesena supera con autorità la Carrarese e consolida la propria posizione nei piani altissimi della classifica di Serie B, confermandosi una delle realtà più brillanti e sorprendenti del campionato.
Il “Cavalluccio” si impone davanti ai suoi tifosi grazie al vantaggio firmato da Shpendi e al raddoppio di Tommaso Berti, simbolo di una generazione bianconera cresciuta tra passione e appartenenza. Ma il vero momento da applausi arriva subito dopo la rete del numero 14.

Appena il pallone gonfia la rete, Berti scatta verso l’angolo del campo, si lascia andare a una lunga scivolata sulle ginocchia, poi si rialza e corre ad abbracciare “Netzer” Golinucci, lo storico coordinatore dei raccattapalle, da anni figura di riferimento e affetto nello spogliatoio bianconero.

Un gesto semplice, spontaneo, ma dal significato profondo: l’abbraccio tra un giovane che rappresenta il futuro del Cesena e un uomo che ne incarna la memoria e l’anima quotidiana. In quell’attimo, lo stadio intero si è riconosciuto in un sentimento comune — la forza di una città che ama la propria squadra e si emoziona per i suoi valori, non solo per i risultati.
Il Cesena vola, sì, ma senza perdere il cuore. E forse è proprio questo il segreto di una squadra che, passo dopo passo, sta riscrivendo una splendida pagina di calcio e d’identità romagnola.









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